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Il mercato del lavoro in Italia nel 2025: un sistema tossico, disfunzionale e poco inclusivo

il mercato del lavoro in italia nel 2025

Il mercato del lavoro italiano nel 2025 appare complesso e spesso difficile da navigare per molte persone, soprattutto per i disoccupati e coloro che cercano nuove opportunità.

Tra problematiche strutturali, comportamenti errati e lacune delle istituzioni, il sistema lavorativo manifesta criticità che ne compromettono l’efficacia e la giustizia.

Questo articolo analizza in modo approfondito le dinamiche che rendono il mercato del lavoro italiano un ambiente spesso percepito come tossico e disfunzionale, con conseguenze significative per lavoratori e aziende.

Questo articolo si collega ad altri due che ho scritto in precedenza, sia per la realtà siciliana che quella italiana in generale.

Il Curriculum Vitae: Uno Strumento Obsoleto e Riduttivo

Il curriculum vitae (CV) rimane lo strumento principale per la selezione del personale, ma ormai appare sempre più inadatto a rappresentare la figura intera del candidato.

Standardizzato e spesso valutato in pochi secondi (spesso inferiori ai 10 secondi), il CV classico si limita a elencare esperienze lavorative, studi e competenze tecniche, ma è incapace di trasmettere soft skills, personalità, motivazioni e potenzialità che oggi risultano cruciali per un inserimento professionale di successo.

Le aziende in Italia continuano a richiedere un “pacchetto completo” di competenze e capacità, ma questo approccio crea una pressione smisurata sui candidati, facendoli sentire spesso inutili e inadatti.

Tale approccio superficiale limita la possibilità di scoprire talenti autentici e storie potenzialmente preziose.

Infatti questi approcci mi hanno sempre fatto sentire totalmente inadatto o addirittura con l’impressione di essere un emerito incapace, cosa che ovviamente non risulta vera.

Datori di lavoro spietati e superficiali: la priorità alle competenze tecniche

Molti datori di lavoro privilegiano l’esperienza tecnica e la capacità di “problem solving” senza curarsi di chi siano realmente i candidati.

La persona viene vista come un insieme di competenze da spendere, piuttosto che un individuo complesso con un percorso, caratteristiche personali e soft skills fondamentali.

Spesso manca una politica reale di integrazione: i nuovi lavoratori non ricevono una formazione adeguata né un periodo di inserimento sufficiente per adattarsi all’azienda, con contratti a termine che si succedono senza possibilità di stabilità.

Questo provoca cicli ripetitivi di assunzioni e licenziamenti, che non valorizzano né i lavoratori né le aziende stesse.

Il risultato è un mercato del lavoro alienante e poco umano, dove la flessibilità diventa precarietà e l’adattamento una corsa contro il tempo.

Formazione: un diritto spesso negato ai disoccupati

L’offerta formativa in Italia è molto variegata. Esistono corsi di formazione gratuiti finanziati da fondi pubblici e comunitari, pensati per facilitare il reinserimento lavorativo dei disoccupati.

Tuttavia, la realtà mostra anche un proliferare di corsi a pagamento, spesso costosi e inaccessibili per chi non ha risorse economiche.

Questa disparità crea un paradosso pericoloso: chi più ha bisogno di formazione, difficilmente può sostenerne i costi.

Inoltre, la scarsità di informazioni e la difficoltà di orientamento tra le offerte formative aggravano la situazione, lasciando molti esclusi o confusi.

Consulenti del lavoro e coach professionali: aiuto o sfruttamento?

L’aumento delle figure di “consulenti del lavoro” e “career coach” è positivo in quanto risponde a un bisogno reale di supporto per i lavoratori.

Tuttavia, il più delle volte i loro servizi sono a pagamento e quindi irraggiungibili per molte persone in cerca di lavoro.

Questa situazione genera la percezione che tali figure approfittino dello stato di necessità dei disoccupati, alimentando la sensazione di un contesto in cui chi dovrebbe aiutare diventa “avvoltoio”, chiedendo compensi che chi è in difficoltà non può sostenere.

Manca spesso un sistema capillare di offerte gratuite o sovvenzionate realmente accessibili a tutti.

Raccomandazioni e favoritismi: il circolo vizioso delle scorciatoie

In un mercato del lavoro rigido, poco trasparente e di difficile accesso, emergono con forza le scorciatoie come le raccomandazioni e i favoritismi.

Questa pratica riduce la fiducia nella meritocrazia e penalizza chi basa la propria ricerca di lavoro solo sulle competenze e l’impegno.

Il sistema così alimenta disuguaglianze sociali e crea un ambiente competitivo sleale, in cui molte persone si sentono escluse o costrette a cercare vie poco limpide per sopravvivere professionalmente.

Il ruolo del governo e delle istituzioni: attese disattese

Nonostante esistano normative, fondi e programmi dedicati a migliorare la formazione, il sostegno e l’accesso al lavoro, il sistema amministrativo e politico spesso non risponde pienamente alle esigenze.

Le politiche attuate riescono solo parzialmente a contrastare disuguaglianze e precarietà, e molti interventi risultano poco efficaci o scarsamente diffusi.

Questo contribuisce a una condizione di sfiducia diffusa verso gli enti pubblici e il sistema nel suo complesso, complicando ulteriormente il rapporto tra lavoratori e mercato del lavoro.

Comportamenti disonesti e ipocrisia: la “ciliegina amara”

L’elemento più nefasto è rappresentato da chi si comporta disonestamente in posizione di potere, pretendendo al contempo correttezza dagli altri.

Questo atteggiamento egoista mina il tessuto morale della società, indebolisce la fiducia e favorisce una cultura di cinismo e sfiducia che si riflette in tutto l’ambiente lavorativo e sociale.​

Conclusioni: la strada verso un mercato del lavoro umano e sostenibile

Il mercato del lavoro italiano nel 2025 presenta una pluralità di problemi che si alimentano a vicenda: criteri di selezione superficiali, mancanza di reale integrazione, formazione spesso preclusa a chi ne ha più bisogno, servizi di supporto non accessibili, favoritismi diffusi e un contesto istituzionale poco efficace.

Per superare questa situazione è essenziale un approccio nuovo e inclusivo che valorizzi la persona nella sua interezza, garantisca formazione accessibile, promuova trasparenza e meritocrazia, e costruisca un ambiente lavorativo sano e sostenibile.

Ma l’avete vista fino ad ora un vero cambiamento a riguardo? Nemmeno per sogno, quindi occorre solo ricercare quelle ormai rare realtà lavorative che siano degne di noi.

  1. https://27esimaora.corriere.it/articolo/il-tuo-curriculum-per-un-lavorolo-valutano-in-soli-88-secondi/
  2. https://alleyoop.ilsole24ore.com/2021/04/09/curriculum-vitae/
  3. https://www.randstad.it/gestione-risorse-umane/gestione-del-personale/trend-hr-2025/
  4. https://www.livecareer.it/curriculum-vitae/cv-moderno
  5. https://italiaeconomy.it/soft-skills-piu-richieste-dalle-aziende-in-italia/
  6. https://consea-group.com/2025/06/20/limportanza-delle-soft-skills-nella-selezione-del-personale/
  7. https://www.risorseumane-hr.it/bacheca-hr/come-valutare-soft-skills-lavoratori-candidati/
  8. https://www.gigroup.it/formazione/disoccupato/
  9. https://www.randstad.it/servizi-per-il-candidato/corsi-per-disoccupati/
  10. https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/26/il-buco-nero-della-formazione-professionale/576249/
  11. https://www.foritgroup.it/corsi/
  12. https://www.clom.it/servizi-di-consulenza-per-i-privati/
  13. https://www.almalaboris.com/master-e-corsi-risorse-umane/5285-career-coach-chi-e-cosa-fa-quanto-guadagna-quale-master-dovrebbe-frequentare.html
  14. https://www.consulenzarega.it/servizi-per-il-lavoro
  15. https://www.facebook.com/ReportRai3/posts/oltre-130-consulenti-ci-hanno-scritto-chiedendo-di-rimanere-anonimi-per-non-perd/1133728728790104/
  16. https://www.risorseumane-hr.it/lavoro-nel-2025-molti-cercano-pochi-trovano/

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