Negli ultimi mesi il termine Chat Control è tornato a far discutere, dopo che l’Unione Europea ha presentato una versione aggiornata della proposta inizialmente respinta.
Secondo le ultime dichiarazioni, il sistema non prevedrebbe più la scansione obbligatoria dei messaggi privati, bensì un’adesione “volontaria” da parte dei fornitori di servizi digitali.
Tuttavia, numerosi esperti di cyber-sicurezza e tutela della privacy segnalano che questa revisione potrebbe cambiare poco o nulla nella sostanza.
Pur evitando tecnicismi e toni ideologici, è importante analizzare i fatti con chiarezza, perché il tema riguarda diritti fondamentali, sicurezza digitale, comunicazioni private e crittografia end-to-end.
Si tratta infatti di una cosa davvero vergognosa in quanto tali governi, così facendo, trattano ogni cittadino come un potenziale criminale pur essendo innocente.
Ai loro occhi diventiamo così oggetti e non più persone con una dignità e con dei diritti.
1. Cos’è il Chat Control: spiegazione semplice
Il Chat Control è una proposta normativa europea pensata per contrastare la diffusione di materiale illecito, in particolare legato allo sfruttamento minorile online.
L’idea prevede che i provider (ad esempio WhatsApp, Telegram, Signal, email e altri servizi di messaggistica) possano analizzare i messaggi degli utenti tramite sistemi automatizzati.
Obiettivo dichiarato
- Prevenire crimini informatici gravi.
- Individuare contenuti illegali prima della trasmissione.
Rischio reale segnalato dagli esperti
- Possibile compromissione della crittografia.
- Scansione preventiva dei messaggi legittimi.
- Creazione di un precedente per future applicazioni più invasive.
✅ Cosa c’è di nuovo su Chat Control
- Recentemente la presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea ha annunciato che non intende più imporre lo scanning obbligatorio di tutte le chat: la parte più controversa della proposta è stata ritirata, almeno formalmente.
- Invece di un obbligo generale, rimane sul tavolo una proposta di scansione “volontaria” da parte dei fornitori di servizi digitali.
- Questo significa che, almeno per ora, la legge non richiede “automaticamente per tutti” che i propri messaggi siano scannerizzati: resta facoltà dei singoli servizi.
⚠️ Perché molti pensano che “subdolo” sia un termine appropriato
- Anche nella versione volontaria: secondo critici come l’ex deputato europeo Patrick Breyer, la proposta mantiene aspetti problematici — per esempio prevede un divieto per minori di 16 anni di installare app di messaggistica, e limita la possibilità di comunicazioni anonime.
- La modifica da obbligatoria a volontaria però può essere vista come un escamotage: “volontaria” non significa che effettivamente tutti i fornitori lo faranno o che non possa diventare quasi obbligatorio in pratica. Alcuni esperti temono che la pressione politica o regolamentare spinga le aziende ad adottarla comunque, rendendo di fatto la scansione molto diffusa.
- Il pericolo maggiore: si crea un precedente che può indebolire la crittografia end-to-end e la riservatezza delle comunicazioni private; anche con “volontarietà”, sistemi di “client-side scanning” (scansione sui dispositivi degli utenti) restano un rischio per la libertà e la privacy.
2. Dalla scansione obbligatoria alla “volontaria”: cosa cambia davvero?
Originariamente la proposta prevedeva l’obbligo per tutti i fornitori di applicare sistemi di scansione automatica.
Questa formulazione ha generato una forte opposizione da parte di alcuni Paesi membri, associazioni per i diritti digitali e professionisti IT.
Nella versione più recente, la misura diventa facoltativa, ma:
se un servizio sceglie di adottarla, potrebbe ricevere benefici normativi o evitare vincoli giuridici futuri.
Questo, secondo alcuni analisti, configura un “volontario non del tutto libero”.
📅 A che punto siamo ora (novembre 2025)
- Il voto obbligatorio previsto per ottobre 2025 non ha avuto successo — l’opposizione di paesi come Germania ha giocato un ruolo decisivo.
- La proposta non è però definitivamente archiviata: la versione “ammorbidita” (volontaria) potrebbe essere discussa di nuovo, magari con altri tempi e modalità.
- Molti osservatori definiscono l’intera vicenda come un ciclo ripetuto: il progetto di controllo delle chat viene ritirato, riapparire con nuove voci, generando sempre allarme tra chi difende la privacy.

È una dinamica paradossale del tipo:
“Non ti obblighiamo a farlo… ma se vuoi continuare a funzionare e stare sul mercato, meglio che lo fai.
E tranquillo, lo facciamo per proteggerti.”
Una sorta di “libertà vigilata digitale”.
🔄 Il doppio messaggio (tradotto brutale)
| Cosa dicono | Cosa realmente significa |
|---|---|
| “La scansione è volontaria.” | Ma se non la fai, potremmo introdurre obblighi in futuro o farti risultare non conforme/sospetta. |
| “Proteggiamo bambini e vittime.” | Usiamo una causa nobile per ottenere consenso emotivo e abbassare le resistenze. |
| “La crittografia resterà intatta.” | Creeremo backdoor, proxy o client-side scanning che di fatto la aggirano. |
| “Nessuno controllerà le chat degli utenti, solo gli algoritmi.” | Stai tranquillo, ti leggono le IA — che poi segnalano agli umani. |
Quindi fanno guerre, se ne fregano della gente comune e poi si ergono a difensori dei minoro? Ma chi ci crede?

3. Privacy e crittografia: il nodo centrale
Perché la questione è delicata
- Le chat private, protette da crittografia end-to-end, non possono essere lette da terzi.
- Per analizzarle, occorrerebbe introdurre sistemi di client-side scanning (sul dispositivo dell’utente).
- Ciò equivarrebbe ad aggirare la protezione prima che il messaggio venga crittografato.
Molti esperti considerano questo processo tecnicamente simile a un’intercettazione preventiva, seppur mediata da algoritmi.
| Aspetto | Preoccupazione |
|---|---|
| Crittografia | Potrebbe essere indebolita |
| Comunicazioni private | Rischio di scansione massiva |
| Validità legale | Potenziali conflitti con diritti fondamentali |
| Efficienza | Alta probabilità di falsi positivi |
| Precedente normativo | Apertura a maggior controllo in futuro |

5. Il doppio effetto comunicativo
La posizione ufficiale sostiene che non c’è intenzione di introdurre una sorveglianza generalizzata. Allo stesso tempo, però, si propone un sistema che permette di analizzare i messaggi privati “in nome della sicurezza”.
Questo genera un paradosso:
“Non vogliamo violare la tua privacy, ma potremmo leggerti per proteggerti.”
Senza entrare nel merito politico, l’interpretazione diffusa tra tecnici e professionisti della sicurezza informatica evidenzia una discrepanza tra dichiarazioni e potenziale applicazione pratica.
🎭 Il problema etico che noti (ipocrisia)
- Usano la paura (abuso minorile) come leva emozionale, per rendere difficile criticare la misura senza passare da “complice”.
- Lo fanno spostando il discorso dalla privacy alla sicurezza, così da far sembrare chi difende la privacy un “nemico del bene”.
- E invece di dire chiaramente che vogliono controllare le comunicazioni private, propongono tecnicismi “soft”, “volontari”, “responsabili”.
Risultato?
La sostanza non cambia. Cambia solo il packaging.
“Il paradosso del Chat Control è questo: non vogliamo spiarti, ma controlleremo tutti i tuoi messaggi — nel tuo stesso interesse. È come se gli arresti domiciliari venissero venduti come un servizio di sicurezza domestica.”

6. Rischi futuri: il potere del precedente
Anche se la misura è presentata come temporanea, limitata o facoltativa, una volta approvata potrebbe aprire la strada a regolamentazioni più invasive.
Storicamente, nelle tecnologie digitali:
- una deroga applicata per emergenza tende a diventare strutturale.
- strumenti installati per sicurezza possono essere rimodulati per altri scopi.
Come evidenziato da molte associazioni di tutela digitale, è fondamentale che eventuali controlli avvengano solo su base giudiziaria, non preventiva o automatizzata.
7. Posizione neutrale: sicurezza sì, ma con garanzie
È corretto contrastare crimini informatici molto gravi. Tuttavia:
- servono strumenti mirati, non generalizzati;
- occorre evitare soluzioni tecnicamente invasive;
- va rispettata la proporzionalità tra tutela e libertà individuali.

Conclusione
Il dibattito sul Chat Control non è una questione ideologica: riguarda il bilanciamento tra sicurezza e libertà digitale.
Poi abbiamo il problema dei soliti idioti che in una frase manifestano tutta la loro mediocirtà e ignoranza affermano sempre e a priori: “Tanto non ho niente da nascondere”.
L’attuale proposta europea, pur presentata come meno invasiva, continua a sollevare dubbi per via della sua possibile applicazione pratica e se venisse accettata sarebbe la fine della privacy e dei diritti di ogni singolo essere umano dando il via al periodo più difficile della storia dell’uomo.
Finché non saranno garantiti meccanismi di controllo chiari, legittimi e non automatizzati, la preoccupazione sulla tutela della privacy rimane valida.
Domande frequenti (FAQ SEO)
📌 Il Chat Control è già attivo?
No, al momento non è ancora implementato come obbligo normativo generale.
📌 La crittografia end-to-end sarà rimossa?
Ufficialmente no, ma l’uso di sistemi che operano prima della crittografia potrebbe comprometterne la finalità.
📌 Posso continuare a usare app di messaggistica criptate?
Sì, ma la situazione potrebbe evolvere in base alle decisioni dei singoli provider.
📌 Esiste un modo per proteggere la propria privacy digitale?
Usare strumenti open-source, aggiornare regolarmente i software, evitare piattaforme che adottano sistemi di scansione.
🔗 Fonti e articoli vari
- “L’UE rilancia il ‘Chat Control’: messaggi tutti nel mirino” — TechRadar (versione italiana) TechRadar
- “Chat Control: che cos’è e quali sono i Paesi Ue pro e contro (Italia fra gli indecisi)” — Key4biz Key4biz
- “Chat Control UE: la proposta di regolamento che riaccende il dibattito sulla privacy” — GDPR Lab GDPR Lab
- “Chat Control, il percorso a ostacoli della normativa UE” — Giornalettismo Giornalettismo
- “Chat Control: la UE vuole leggere le nostre chat crittografate” — articolo (in inglese) su TechRadar, analisi sulle critiche alla crittografia TechRadar+1
- “Bugs in our Pockets: The Risks of Client-Side Scanning” — paper accademico che spiega i rischi tecnici del client-side scanning (CSS) su crittografia e privacy. arXiv
- “Chat Control brings high risks to society say privacy experts” — TechRadar, novembre 2025: lettera aperta di esperti di cybersecurity che ricordano i rischi della versione “modificata” del regolamento. TechRadar
- “It’s just smoke and mirrors – Over 500 cryptography scientists and researchers slam the EU proposal to scan all your WhatsApp chats” — TechRadar, settembre 2025: critica all’ipotesi di scansione di massa delle chat private. TechRadar
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