Viviamo in un’epoca in cui la comunicazione digitale domina ogni aspetto della nostra vita, ma non sempre questo progresso porta a un reale arricchimento culturale o sociale.
Anzi, uno dei problemi più evidenti è la crescita di quella che potremmo definire una “cultura della parvenza,” dove contano più i follower, le pose e le frasi ad effetto che la sostanza e la profondità dei contenuti.
Questo articolo infatti ho deciso di scriverlo in quanto ho visto un video molto interessante dello yputuber Matt Carus che spiega un esempio pratico di “fuffaguru”.
Edoardo Prati: Il Caso Emblematico del “Fuffaguru”
Uno degli esempi più chiari di questa deriva è rappresentato da personaggi come Edoardo Prati, giovane influencer che negli ultimi tempi è diventato popolare sui social per i suoi video di cultura classica in “pillole” (e scusate ma a me più che pillole sembrano supposte, scusate il paragone).
Mi viene in mente quasi Aranzulla ma mentre Aranzulla ha saputo sfruttare bene il bisogno di informazioni pratiche in modo utile e diretto (pur con i suoi limiti), Prati appare più come un esempio di “fuffaguru” che punta sulla forma più che sul contenuto vero.
Entrambi sono simboli di come la comunicazione digitale possa diventare fenomeno di massa, ma lo fanno in modi che vanno chiaramente distinti per qualità e valore sociale.
Apparentemente sembra essere infatti una figura che promuove la letteratura e la riflessione, in realtà Prati mostra tutti i limiti dell’attuale scenario della comunicazione digitale.
Nei video analizzati, emerge un uso smodato di parole e paroloni e concetti che suonano profondi, ma che a un’analisi più attenta risultano vuoti e privi di coerenza.
Prati si atteggia a “barbero,” figura autorevole e misteriosa, ma questo è più un trucco estetico che un riflesso di reale maturità culturale o senso morale.
Le sue affermazioni sono spesso slogan o generalizzazioni senza fondamento, e soprattutto manca quel rigore etico e quella responsabilità personale che dovrebbero essere alla base di ogni autentica comunicazione educativa.

La Mancanza di Senso Morale e Responsabilità
Un tema centrale nella critica a Prati è proprio la sua tendenza a non parlare mai seriamente di senso morale e responsabilità.
Invece di aiutare i giovani a comprendere l’importanza del giudizio etico e della consapevolezza personale, tende a banalizzare concetti delicati, come gli errori e la colpa, quasi a volerne cancellare il valore formativo.
Questa superficialità non è un dettaglio trascurabile: il senso di responsabilità è ciò che permette agli individui di crescere e redimersi realmente.
Ignorarne l’importanza significa offrire modelli di comportamento pericolosi, soprattutto per un pubblico giovane che si affida a influencer e figure pubbliche per trovare riferimenti e risposte al proprio percorso di vita.
Ho trovato anche un articolo che parlava delle sue “maestrine delle elementari”, infatti in una frase ha dichiarato Edoardo Prati: “Le mie solerti maestrine elementari non sopportavano il mio blaterare, sono stato rimproverato”… e io ci aggiungo… poveraccio… e te ne meravigli? Suvvia…
In altre parole è l’esatta immagine di una persona logorroica.

La Società della Parvenza e la Cultura della Fuffa
Il fenomeno di Prati è solo un tassello di un quadro più ampio: quello della società contemporanea che premia la “parvenza” e la facilità più della sostanza e del pensiero critico.
Nella giungla dei social media, la popolarità si costruisce spesso su pose, storytelling costruiti ad arte, e frasi fatte, non su analisi profonde e cultura matura.
Questi meccanismi creano una massa di “fuffaguru” — figure che diffondono informazioni senza rigorosi criteri, ma riescono comunque a conquistare attenzione e fama.
Il vero rischio è che i giovani crescano seguendo modelli vuoti, incapaci di sviluppare il “pensiero critico”, la capacità di mettere in discussione e valutare l’informazione, e soprattutto il senso di responsabilità personale.
Edoardo Prati infatti appare più come un giovane astuto e abile nel costruire la sua immagine per catturare l’attenzione e i click, che un vero divulgatore culturale con contenuti solidi e profondi.
Più che puntare sulla sostanza, sfrutta poses teatrali, frasi d’effetto e una certa aura di mistero per attirare pubblico, giocando con le aspettative e la curiosità dei giovani.
Questo tipo di comportamento può essere definito come quello di un “giovane approfittatore,” che sa come muoversi nei meccanismi social per ottenere visibilità, senza necessariamente avere un reale impegno o responsabilità nel veicolare contenuti di valore.
È quindi una strategia efficace da un punto di vista di marketing personale, ma che solleva seri dubbi sul contributo reale che offre alla cultura e alla formazione delle nuove generazioni.

Perché il Pensiero Critico è l’Antidoto Necessario
In un mondo digitale che cambia velocemente, dove le fake news e i messaggi manipolatori proliferano, il pensiero critico diventa una competenza indispensabile.
Serve a distinguere ciò che è affidabile da ciò che è solo rumore di fondo, e a non lasciarsi incantare da chi “vomita parole senza dire nulla.”
È compito di chi ha più esperienza, più strumenti cognitivi e capacità di analisi aiutare le nuove generazioni a sviluppare una cultura della riflessione e della responsabilità.
La critica matura, come quella proposta nel video di Matt Carus, ci mostra la strada per non cadere nella trappola del marketing culturale vuoto e del sensazionalismo.

Conclusione: Serve Più Sostanza, Meno Fuffa
Il caso di Edoardo Prati è solo uno specchio del problema culturale che stiamo vivendo: troppo spesso la comunicazione oggi è fatta di apparenze, lontana dalla sostanza e priva di rigore morale.
Il prezzo lo pagano tutti, a cominciare dai giovani, che rischiano di crescere in un contesto senza punti di riferimento reali, quindi do pienamente ragione allo youtuber Matt Carus.
Per costruire una società più consapevole, equilibrata e matura, dobbiamo tornare a premiare la qualità, la responsabilità e il pensiero critico, opponendoci con decisione alla cultura della fuffa e dell’effimero.
Solo così si potranno davvero valorizzare le potenzialità della comunicazione digitale e formare individui capaci di affrontare con equilibrio e consapevolezza le sfide del presente e del futuro.
Caro Edoardo… impara a crescere sul serio e fatti una buona dose di umiltà. E… un’altra cosa… piantala di fare l’adulto, ancora non lo sei.
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