Non lasciamoci scoraggiare: la privacy e la tecnologia sono questioni per tutti, non solo per cosiddetti “esperti”.
Infatti viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è dappertutto: la usiamo per orientarci, comunicare, lavorare, imparare, cercare opportunità o semplicemente per condividere la nostra quotidianità.
Eppure, tantissime persone continuano a sentirsi escluse o incapaci di gestire in autonomia un semplice smartphone o proteggere i propri dati online. Il problema principale?
Un pregiudizio culturale che ci fa credere che “la roba tecnica” non sia per noi e si chiude la mente a priori.
Ma questa è una convinzione da superare, perché la tecnologia non è – e non deve essere – una montagna insormontabile.

Imparare è possibile (e necessario): la tecnologia è nata per semplificare
Come tecnico informatico, blogger e copywriter posso affermare che, come dico sempre di solito “la tecnologia nasce per semplificare, non per complicare”.
Bisogna solo superare il blocco mentale dell’“io non sono capace” e prendersi il tempo per sperimentare senza paura di sbagliare.
Una questione di consapevolezza, non di genialità
Delegando troppo, perdiamo la consapevolezza di cosa succede ai nostri dati ogni giorno. Ma non occorrono capacità “da hacker”: bastano pochi principi e tanta curiosità.
Informarsi, provare browser sicuri, gestire i permessi delle app, scegliere app di messaggistica cifrate sono tutte scelte alla portata di chiunque.
L’indipendenza digitale parte dallo spirito critico
La vera svolta è abbracciare una mentalità attiva: non accettare passivamente regole imposte da colossi e piattaforme, ma domandarsi quali alternative esistono, leggere, provare e sbagliare.
Chiunque, anche chi si sentiva escluso, può diventare esempio per altri nella tutela consapevole dei propri dati e sviluppare un sano pensiero critico come ho accennato in un precedente articolo.
Ognuno può essere protagonista
È tempo di cambiare prospettiva: impariamo a scegliere e capire la tecnologia, per vivere una libertà digitale autentica.
Il primo passo? Fidati delle tue capacità. Non delegare, sii protagonista!
Box di approfondimento: Le basi della privacy digitale
- Cosa sono i “dati personali”?
Tutte le informazioni che ti identificano: nome, indirizzo, telefono, posizione, abitudini online. - Perché vengono raccolti?
La maggior parte delle app usa i dati per: pubblicità mirata, migliorare servizi, vendere statistiche a terzi. - Chi può accedervi?
Non solo la piattaforma che usi (es. Google, Meta), ma spesso anche aziende partner o sconosciute. - Come proteggersi subito:
- Imposta password uniche e robuste
- Attiva la verifica in due passaggi
- Usa browser che rispettano la privacy
- Limita le autorizzazioni delle app alle funzioni essenziali.

Testimonianze: voci di chi ha scelto di essere indipendente
“All’inizio avevo paura di sbagliare e di non riuscire. Poi ho provato a sostituire Google Maps con CoMaps e, poco a poco, ho capito che era molto più semplice di quanto pensassi. Ora mi sento più sicura nel gestire le app e so come proteggere meglio i miei dati.”
– Silvia, 56 anni, pensionata

È semplicissima da usare e utilizza le mappe da installare sul dispositivo scaricate da OpenStreetMap.
Provatela, non la lascerete più.
https://www.comaps.app/it/
comaps #openstreetmap #opensource #privacy #mappe
“Avevo sempre affidato la configurazione dello smartphone a mio figlio. Poi mi sono informato su browser alternativi e password manager, ho chiesto qualche consiglio (anche online!) e ora faccio tutto da solo. È una bella soddisfazione!”
– Carmelo, 62 anni, ex operaio

FAQ e Conclusione: domande e dubbi frequenti sulla privacy e la tecnologia
Sono negato coi computer: posso davvero imparare queste cose?
Sì! Nessuno nasce esperto. Inizia con piccoli passi: cambia motore di ricerca, prova ad installare una nuova app, chiedi aiuto solo quando serve. La pratica è la chiave.
Se sbaglio qualcosa rischio di peggiorare la situazione?
Sbagliare è normale, ma la maggior parte delle impostazioni tecnologiche sono reversibili. Segui guide affidabili e pian piano prenderai confidenza.
Le alternative a Google o a Facebook sono davvero alla portata di tutti?
Molte lo sono. CoMaps, DuckDuckGo, Brave, Bitwarden sono app pensate per essere intuitive. E spesso le comunità online offrono aiuto e tutorial spesso gratuiti.
Perché dovrei preoccuparmi se tutti usano comunque le grandi piattaforme?
Anche piccoli passi individuali, se adottati da più persone, stimolano le aziende ad adottare pratiche più etiche. E accrescono la tua indipendenza.
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