L’Italia dovrebbe essere una nazione che si basa sul lavoro ma è chiaro che non solo qualcosa non va proprio ma è una nazione che ha del tutto perso il suo orientamento.
Chiaramente non sto facendo politica, visto che sono neutrale a riguardo, ma dopo diversi ragionamenti personali e dopo i risultati degli ultimi anni è chiaro che i fatti parlano da soli.
La realtà dei fatti parla chiaro, l’Italia è la peggiore nazione in Europa in cui lavorare e potete leggerlo anche a questo link sul sito di Sky TG24 e il cui articolo non si risparmia di certo nei dettagli.
Qualcuno potrebbe ovviamente obiettare dicendomi: “Sì, ma non ci stai dicendo nulla di nuovo. Dove vuoi andare a parare?”
Beh, dal momento che sono anche un blogger è normale che ogni tanto butto giù qualcosa e nei miei testi e nei miei articoli cercando di ragionare insieme a voi, semplicemente questo.
L’Italia, una nazione fondata… sui bonus!
È così, sembra che ora l’Italia abbia perso del tutto la sua identità di nazione industriosa e produttiva, ma questa non è una novità, da tempo ormai questo è un fatto assodato.
Infatti negli ultimi 30 anni il concetto di lavoro è andato man mano a deteriorarsi nella psiche della collettività, infatti da una parte ci sono state cattive scelte del governo italiano che è peggiorato sempre di più causato principalmente dalla corruzione del medesimo.
Dall’altra i datori di lavoro che con la scusante delle tasse e di problemi vari hanno applicato un modo praticamente spietato e truffaldino nel trattare il dipendente letteralmente come una pezza da piedi… e triste a dirsi molti italiani si sono lasciati trattare in questa maniera adottando una mentalità da schiavi della serie: “Eh, lo so che così non va ma se non c’è altro?”
Così facendo l’italiano medio non sa nemmeno più che cosa sono l’orgoglio e la dignità, sempre se tali individui hanno mai capito che cosa sono realmente queste ultime.
È inutile dire che negli ultimi anni il Covid ha cambiato molti modi di pensare in generale e le persone si sono ritrovate a sentirsi totalmente insicure, specialmente i percettori del Reddito di Cittadinanza che dal mese di Luglio tale provvedimento è ufficialmente decaduto.
Per migliaia di famiglie infatti la mancanza di tale provvedimento equivale a sentirsi mancare il terreno sotto i piedi e nemmeno si poteva fare un discorso di mettere da parte i soldi come si faceva un tempo per le varie evenienze avverse… impossibile, visto che chi percepiva fino adesso il famoso sussidio non arrivava nemmeno a fine mese.
Le cattive scelte di una direzione governativa miope hanno indotto il cittadino ad essersi abituato all’idea che se non si prendono sussidi e bonus non si campa, certamente… non hanno creato lavoro e continua a peggiorare la situazione generale soltanto tassando e penalizzando aziende e cittadini.
Torno a ripetere che non sto facendo politica ma soltanto valutando la situazione dei fatti, questo perché se vi rivolgete a qualsiasi politico per tutta risposta ci sarà il solito scarica barile, un comportamento del tutto tossico frutto di psicologie ormai malate.
Queste scelte di governo hanno creato un sistema che fondamentalmente si basa sui bonus ma non produce più lavoro impedendo a tutti quanti di avere una dignità legittima e di poter lavorare e campare chiaramente in maniera dignitosa.
Un circolo vizioso
Definire questa Italia attuale è molto difficile, questo perché ci si ritroverebbe a dover usare una serie di parole e vocaboli di sicuro poco piacevoli, chiaramente non intendo intossicare nessuno in tal senso anche perché non fa parte di me.
Detto questo… io per primo, essendo da sempre un lavoratore e a maggior ragione un professionista è chiaro che preferisco di gran lunga lavorare.
Visto che questa “Italia del Lavoro” risulta essere un totale fallimento è chiaro che non posso pretendere nemmeno di essere assunto da nessuna azienda perché a 43 anni non risulterei nemmeno idoneo per l’età… e dire che non sono nemmeno vecchio.
Eppure per questa realtà “italiota” (nel senso peggiore del termine) un lavoratore qualsiasi sembra non essere mai all’altezza per nessun tipo di lavoro. Certo!
Infatti nelle richieste di personale è noto che molti “datorini” di lavoro richiedono spesso requisiti improbabili facendo appello sempre al solito famigerato curriculum senza sapere in realtà che tipo di persona c’è dietro a tal pezzo di carta.
Costoro si sono del tutto scordati che in questa “Italia del Lavoro” (e lo scrivo tra virgolette apposta per fare dell’ironia) ci sono delle persone in carne ed ossa con le loro vite e i loro problemi, almeno un problema in meno sarebbe quello da parte del datore di lavoro di non rompere le scatole con la solita spocchia da due soldi e cominciare a considerare le persone come tali.
Si sono tutti scordati che ci sono persone, non numeri, questo è un fatto assodato che molti datori di lavoro senza scrupoli (oltre ai membri del governo italiano) non solo sembrano essersi scordati ma a livello effettivo sembra che non gliene freghi un bel niente.
Che poi non si lamentino se nell’effettivo si preferisce andare all’estero a lavorare piuttosto che continuare a rimanere in un’Italia che di rispettare il lavoratore e la persone in sé non ne vuole sapere, poi è chiaro che piangono miseria in TV che non riescono a trovare personale ma non sono nemmeno disposti a dire tutta la verità sulla situazione della loro azienda e sulla loro cattiva politica interna nelle assunzioni.
In altre parole… senza lavoro non si vive, senza Reddito di Cittadinanza idem… che cosa si vuole fare? Togliere alla persona la facoltà di vivere?
Probabile a questo punto che per vivere occorre abbandonare a priori questa Italia fallimentare e decadente, visto che di rispettare la vita e la dignità del cittadino non ne si vuole proprio sapere.
Voi che cosa ne dite? Fatemelo sapere nei commenti.
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