Una domanda che sicuramente farà riflettere i soliti noti che possedendo soltanto uno smartphone o un tablet pensano pensano di fare a meno del classico computer.
Ma è veramente così? Davvero possiamo fare a meno dei computer nella nostra vita attuale?
Potrà sembrarvi abbastanza strano ma mi sono sentito spinto a scrivere questo nuovo articolo proprio a causa della mia esperienza con clienti, amici e conoscenti che affermano di voler fare a meno di un computer e che il dispositivo mobile per loro sia più che sufficiente.
Vi anticipo comunque che questo articolo non intende puntare il dito su qualcuno in particolare e non me la prendo con chi per causa di forza maggiore non hanno i mezzi per imparare e/o per evolvere le proprie conoscenze informatiche e/o tecnologiche.
Quindi che nessuno si senza coinvolto ma nemmeno si senta escluso a priori.
Possiamo fare a meno di un PC?
Potrei rispondere seccamente di “NO” ma ovviamente tale risposta ha bisogno di ulteriori spiegazioni ma soprattutto occorre far riflettere coloro che si rifugiano nelle scuse o in giustifiche di vario tipo.
Questo in particolare si verifica puntualmente quando il loro smartphone o tablet risulta puntualmente con la memoria piena e non sanno come fare per risolvere un problema tanto semplice.
Forse non hanno compreso che magari il loro account su Android è collegato a Google Photo e hanno il backup automatico attivo a loro insaputa e che potrebbero eliminare manualmente foto e video sul loro dispositivo.
Oppure basta soltanto collegare il medesimo dispositivo al computer e creare una cartella contenente tutti i preziosi file, tra cui appunto foto e video nella maggioranza dei casi.
Ma essendo che molti sono sprovvisti della preziosa macchina è chiaro che si rivolgono ad altri amici, conoscenti, parenti o tuttologi di turno e molto spesso pretendendo il favore senza ovviamente pagare il dovuto.
Potrei fare una carrellata delle risposte che ho sentito, tipo:
- non ho il computer,
- sono ignorante,
- non sono capace,
- mi basta lo smartphone/tablet,
- lo faccio fare a mio figlio, cugino, al mio amico, all’amico dell’amico… (e via discorrendo)
Ma non è forse vero che ogni volta che hanno un qualsiasi problema banale vengono sempre a disturbare noialtri un po’ più esperti (senza alcun ritegno) ma a fronte, lo ripeto, di un pagamento per il nostro tempo/disturbo li vediamo sbiancare in viso cercando le scuse più disparate?
Non fraintendetemi, non desidero essere cinico e nemmeno spietato, in ogni caso si tratta di un problema reale e con diverse cause e fattori.
Comunque sia sarebbe il caso di imporre un po’ di disciplina a costoro che non vogliono imparare e che usano puntualmente gli altri come loro paravento in caso di problemi.
Infatti la causa maggiore di tale ignoranza è di una certa “bontà” di coloro che si fanno in qualche modo impietosire proprio da costoro che prendono a prestito le capacità intellettive altrui perché essi sono troppi pigri per imparare.
Tempo fa lessi un articolo che parla della situazione in Italia che risulta davvero grave a riguardo:
“Un’Italia di ignoranti. E in Puglia il 55% non sa usare il pc. Un lucano su dieci è analfabeta“.
di MASSIMO BRANCATI
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
POTENZA – Altro che Paese della cultura. In Italia il 12 per cento della popolazione è analfabeta e senza alcun titolo di studio: si tratta di circa sei milioni di cittadini. Il dato – che emerge dall’ultima classifica stilata dall’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) – non fotografa fino in fondo la gravità della situazione. Solo il 33 per cento della popolazione, tra laureati e diplomati, infatti, è in grado di affrontare le sfide della società contemporanea, mentre il 66 per cento dispone di una formazione insufficiente che costringe questa larga fetta di italiani ad un ruolo assolutamente marginale rispetto alle dinamiche di crescita e di sviluppo del Paese
Quindi anche sul fronte lavorativo e professionale ci ritroviamo ad avere problemi perché pure molti datori di lavoro sono ignoranti, oltre che approfittatori e parassiti senza contratti di lavoro adeguati.
Senza contare che anche nelle pubbliche amministrazioni ci si ritrova ad avere a che fare con quelli che vengono definiti “analfabeti funzionali”.
Chi sono gli analfabeti funzionali
Potrei dire in maniera spietata che un esempio di “analfabeti funzionali” li vediamo proprio negli uffici pubblici.
Io stesso ho dovuto assistere al trambusto di cinque impiegate comunali per farmi fare la carta d’identità elettronica (abituate per lo più a consumare pacchetti di cracker), infatti mi hanno perfino chiesto aiuto con il loro computer soltanto per gestire la foto in formato tessera che ho portato su una semplice pendrive USB chiedendomi poi di venire loro incontro facendo la classica fototessera cartacea perché incapaci di usare il formato digitale…
Non è forse vero che nelle pubbliche amministrazioni italiane preferiscono inserire i soliti raccomandati?
Senza contare che negli uffici pubblici non vengono organizzati regolarmente dei corsi di formazione o aggiornamento sul fronte delle nuove tecnologie informatiche (per ammissione degli stessi impiegati che vi lavorano).
Aggiungiamo inoltre che le pubbliche amministrazioni italiane vengono meno all’articolo 68 CAD, ovvero che in base alla Legge tutti gli uffici pubblici avrebbero l’obbligo legale di passare al software Open Source (sistemi basati su Linux, ecc.).
Eppure tutto ciò non avviene perché in Italia una volta fatte le Leggi ad applicarle poi è un’altra faccenda, tutto questo perché la macchina burocratica inceppa gli ingranaggi responsabili bloccando di conseguenza tutto quanto.
Conclusione
In conclusione… i guai maggiori della società italiana attuale vengono provocati proprio da individui pigri e irresoluti, su questo fatto non ci piove.
L’italiano medio ancora non comprende che l’ignoranza ha un prezzo pesantissimo e molti non vogliono prenderne coscienza, anche i livelli di scolarizzazione sono catastrofici.
A ben ragione i giovani scappano dall’Italia, quelli che vengono chiamati “cervelli in fuga” infatti sono proprio tra coloro che poi non tornano più… e non vi nascondo che se potessi farlo me ne andrei anche io per sempre.
L’Italia degli ignoranti tiene letteralmente in ostaggio quelli che rimangono degradandoli e sfruttandoli, una situazione insostenibile che richiede invece un atteggiamento risoluto e irremovibile proprio di coloro che decidono (spesso per causa di forza maggiore) di rimanere.
Specialmente coloro che si avvalgono, me compreso, della soluzione di aprire una Partita IVA con il cosiddetto “Regime dei Minimi”… con l’ulteriore conseguenza che da alcuni ci sentiamo ridere in faccia se rispondiamo che fatturiamo ogni nostro intervento (favorendo il lavoro in nero di amici, parenti e tuttologi) inasprendo ulteriormente gli animi… ulteriore dimostranza d’idiozia e mediocrità “Made in Italy”.
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